La seconda puntata di Qualunque Cosa Succeda è in programma martedì 2 dicembre in prima serata su Rai Uno. Il protagonista della miniserie in due puntate è l’attore Pierfrancesco Favino che interpreta il ruolo dell’avvocato Giorgio Ambrosoli
L’avvocato Ambrosoli ha ottenuto molte informazioni grazie agli archivi della Fasco e per questo motivo può testimoniare dinanzi al Grand Jury americano, dove è in corso un procedimento parallelo a quello italiano proprio nei confronti di Sindona per il fallimento della Franklin National Bank. Sindona però riesce ad evitare l’arresto pagando una cauzione milionaria e ricorrendo all’aiuto degli amici politici e della massoneria. Grazie a loro però riesce a presentare un piano di salvataggio della sua banca in cui tutti i debiti verrebbero scaricati sulla collettività azzerando così qualsiasi pendenza penale.
Giorgio Ambrosoli diventa così il grande oppositore di questo piano e viene appoggiato dal governatore della Banca D’Italia Baffi e dal direttore della vigilanza Sarcinelli. A questo punto Sindona decide di far loro la guerra e in breve tempo gli uffici della Banca D’Italia vengono inquisiti, a Baffi viene ritirato il passaporto e Sarcinelli viene arrestato. Tutto questo porta Ambrosoli a sentirsi sempre più solo, visto che sia lui che il maresciallo Novembre continuano a ricevere pericolose minacce anche via telefonica, nel corso delle quale vi gliene espressamente chiesto di smettere di perseguitare Sindona per evitare di fare una brutta fine.
L’avvocato Ambrosoli continua a resistere e trova la forza di tranquillizzare anche tutta la sua famiglia. L’avvocato crede che Sindona non gli farà mai del male, perché in caso contrario sarebbe proprio lui il primo sospettato. Ambrosoli però sta proprio per scoprire tutti i segreti di Sindona e presto può recuperare anche tutti i capitali persi nel crack. E’ in arrivo una nuova testimonianza per rogatoria per i giudici americani che potrebbe rappresentare la fine di Sindona. Quest’ultimo però ha già assoldato un killer italo americano incaricato di seguire Ambrosoli ovunque e di tenersi pronto. Nel mese di luglio del 1979 la testimonianza di Ambrosoli dinanzi ai magistrati americani è un vero successo. Poche ore prima però di firmare la testimonianza, l’avvocato Giorgio Ambrosoli viene ucciso la sera dell’11 luglio del 1979 sotto al portone della propria abitazione.
Al funerale partecipano i vertici della Banca D’Italia e i magistrati che hanno seguito l’inchiesta su Sindona, ma lo Stato è assente. La famiglia dell’avvocato riceve l’appoggio di tutti i suoi amici e anche quello dei risparmiatori rovinati da Sindona. Nel giro di pochi anni lo stesso Sindona verrà condannato proprio per l’omicidio di Giorgio Ambrosoli e si suiciderà in carcere. Annalori Ambrosoli invece ha cresciuto i suoi tre figli secondo le indicazioni che il marito le aveva scritto nella lettera all’inizio delle sue indagini su Sindona.
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